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Concerto per davanzali soli

un progetto del Collettivo LAN-DE-Sì 

con Tomàs Acosta e Sara Moscardini

musiche di Domenico Mannelli 

Non si riesce a parlare. Le finestre sono troppo lontane e piccole per tante parole. 

Sono tutti dentro: mani, piedi, tv, piantine. Chissà perché non escono, se vogliono uscire. Forse non vogliono uscire. Come si fa a vedere cosa vogliono?

In una palazzina qualunque di un quartiere qualunque di una qualunque città, chi osserva il mondo dietro la sua finestra-feritoia lo guarda dall’alto, al sicuro; perché “laggiù” è certamente più bello se visto da “qui”. Qui si può parlare da soli, scattarsi selfie, ascoltare musica, ordinare i propri ricordi o inventarne di nuovi; si possono creare mondi immaginari per diventare ciò che non si ha il coraggio di essere nella vita di tutti i giorni. 

Due rettangoli. Due finestre. Piccoli interni murati. Quattro, sei, tante finestre che nello scorrere del discorso diventano simbolo di interruzione, di chiusura. 

 

Concerto per davanzali soli è il primo lavoro del Collettivo LAN-DE-Sì. È lo studio per uno spettacolo teatrale adatto a giovani tra gli 11 e i 14 anni, poiché tratta di temi importanti dell’adolescenza come la solitudine e la voglia d’incontro. 

Le relazioni digitali, la velocità, il mito dell’efficienza e l’individualismo spesso ci isolano e portano a dis-conoscere il nostro prossimo, inteso come persona fisicamente vicina a noi e alle nostre attività quotidiane più banali. Non conosciamo e non siamo conosciuti; giovani e non più giovani viviamo nel nostro universo inscatolato e illuminato, come gli abitanti di quei “davanzali soli”, senza una via d’uscita. 

O forse sì… la speranza è che, alzando le veneziane della finestra, uno sguardo incroci l’altro per errore: una distrazione! Allora il mondo risuona e la finestra si trasforma in un ponte. L’evasione tanto desiderata è proprio l’aprirsi al contatto sempre mancato. È la storia più bella di tutte, l’incontro fantastico di “me e te”.

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